Siti web

Le metriche del sito web da monitorare e perché farlo

L’analisi delle performance di un sito web richiede la capacità di discernere le informazioni che sono realmente utili ai propri scopi da quelle che non lo sono. I risultati difficilmente possono essere misurati con un’unica metrica.
In base alle proprie modalità di monetizzazione (es. visualizzazioni di annunci pubblicitari piuttosto che ottenimento di contatti commerciali) alcune metriche sono decisamente più importanti delle altre.

Analizzare gli indicatori di performance del sito web consente di mettere a punto delle attività di marketing automation applicate alla SEO che consentono di svolgere delle attività efficaci a supporto della redditività del sito web.

Per questa ragione queste informazioni devono essere studiate per individuare quali aspetti possono essere ulteriormente migliorati e quali lacune devono essere colmate.

Google Analytics – Le metriche da conoscere

Google Analytics è il sistema di Google a disposizione per esaminare le prestazioni dei siti e il comportamento dei visitatori. Questo sistema mette a disposizione un gran numero di indicatori, ma non tutti sono realmente utili per le proprie esigenze. Ogni webmaster può dedicarsi all’analisi di un dato genere di KPI a seconda delle necessità del committente, oppure creare degli obiettivi personalizzati per valutare specifici risultati.

Le sessioni comprendono le interazioni che avvengono da parte di un determinato soggetto nell’arco di un dato periodo (30 minuti dall’arrivo per impostazione predefinita, anche se si può espandere fino a 4 ore). Dall’analisi della sessione possiamo comprendere come i nostri utenti interagiscono con il sito.

Possiamo così analizzare alcuni dei fattori più indicativi sul comportamento delle persone, ad esempio:

  • tempo medio trascorso sul sito. Se il tempo è molto basso può significare che le pagine non sono attrattive oppure che ci sono problemi nella navigazione.
  • frequenza di rimbalzo (bounce rate). La percentuale di persone che, dopo essere entrata in una pagina, ne esce senza avere eseguito nessuna azione. In genere un bounce rate basso rivela che gli utenti non sono interessati ad approfondire la conoscenza dei contenuti del sito
  • pagine visitate: le pagine del sito possono essere ordinate in ordine crescente o decrescente in base alle visite ottenute. In questo modo possiamo definire quali sono i contenuti più visitati e quali i meno attraenti, e decidere quali argomenti sono più o meno interessanti per il proprio pubblico
  • tipologia di utenti. Gli utenti possono essere nuovi o di ritorno, a seconda se sia o meno la prima volta che atterrano sul sito. Un alto tasso di utenti ricorrenti significa che il portale riesce a fidelizzare i propri utenti e presumibilmente a convertire con maggiore facilità
  • canali di acquisizione visite. Gli utenti possono giungere sul sito da diverse fonti (traffico diretto; traffico da referral; traffico da motori di ricerca; traffico dai social; traffico da annunci pubblicitari). Per ogni fonte di traffico possiamo studiare l’andamento delle visite, il tasso di rimbalzo, la durata della sessione, per analizzare il rendimento di ogni fonte di visite rispetto alle altre.

Tramite Google Analytics possiamo impostare degli obiettivi, il cui raggiungimento rappresenta le conversioni degli utenti da lead in clienti, da cui la stima della redditività del sito web in relazione ai costi sopportati.

metriche analytics

Parole chiave e link – Perché occorre monitorarli

I link sono un altro fattore importante da tenere in considerazione. I collegamenti da parte di altri siti sono segni tangibili dell’autorevolezza che un portale ha guadagnato nel proprio ambito. Essi costituiscono importanti fattori in grado di migliorare il posizionamento su Google, ovvero di apparire prima di altri competitor nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca.

Google Analytics permette di individuare quali siti conducono delle visite al nostro sito attraverso dei link (i cosiddetti referral). Per eseguire un’analisi più completa dei backlink che il nostro sito riceve possiamo servirci di tool progettati a tale scopo come Moz Link Explorer e Ahrefs che forniscono una panoramica molto esaustiva di tutti gli aspetti che concernono i link come:

  • anchor text: il testo al cui interno è contenuto il link. I testi-ancora forniscono importanti segnali ai motori di ricerca sull’argomento trattato dal sito linkato e ne aumentano la rilevanza
  • presenza o meno del tag nofollow. Il nofollow è un attributo che “smorza” l’importanza di un link ai fini del posizionamento
  • pagina di provenienza del link
  • ambito tematico del sito di provenienza

I contenuti delle pagine del sito e degli articoli dei blog permettono a un sito web di diventare rilevante per le ricerche effettuate con certe parole chiave. Il proprietario di un sito ha tutto l’interesse a individuare quali parole chiave possono portargli delle visite per decidere come sviluppare i propri testi.

Google Analytics permette di vedere una parte delle parole chiave che portano del traffico organico: molte di esse purtroppo sono oscurate sotto la voce Not Provided, che omette i dati delle ricerche effettuate da utenti che navigano loggati con il proprio account Google.

Per ovviare a questo limite possiamo servirci di tool aggiuntivi come Semrush o Seozoom che riescono a individuare le parole chiave per le quali un sito è posizionato. Essi possono suggerire altri interessanti ambiti di ricerca lavorando sui quali si può rendere il sito più autorevole e ottenere ulteriore traffico qualificato.

Queste sono soltanto alcune delle più importanti metriche dei siti web da tenere sotto controllo.
Quali sono quelle ti stanno più a cuore? Parliamone qua sotto!

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